Pagando pegno per aver consegnato i Jane’s Addiction al passato, Perry Farrell troverà un’accoglienza tiepida e prevenuta al suo nuovo progetto. Qualche applauso, inevitabili quanto gratuiti paragoni, recensioni che da accalorate si sono fatte adesso tiepide come un tegamino lasciato a raffreddare sul fornello, qualche fiammifero acceso più per cercare di bruciare le ali all’Icaro del rock alternativo americano che per altro, colpevole di non aver salvato il rock americano ancora una volta.
Certo, Porno for Pyros non ha più quell’aria da apoteosi rock di un disco come Nothing’s Shocking ma è in qualche modo erede naturale di quel Ritual de lo Habitual che ne aveva già placato l’ardore dentro un braciere di ceneri tribali e psichedeliche. Una tentazione che non viene dissimulata su questo nuovo disco ma ulteriormente esplorata attraverso una formula che prevede tutti gli elementi chiave della vecchia esperienza dei Jane’s Addiction, dai tamburi di chiara matrice Pil al crossover funky (con l’aggiunta di un’armonica a bocca dissonante), ma riassemblati in maniera più morbida, liquida, languida, forse anche involuta, incerta e sperimentale, evitando la spettacolarizzazione a tutti i costi. E se è vero che alcune tracce come Packin’ .25, Orgasm o Blood Rag trovano a fatica (o non lo trovano affatto) uno sbocco effettivo, tutta la prima parte del disco (quella che da una Sadness dal vago sapore Bauhaus conduce fino al soffice tappeto di Pets) si muove come un cucciolo di drago tra le rovine del suono degli ultimi Jane’s Addiction lanciando ancora qualche sana boccata di fiamme buona per bruciare gli scalpi agli ultimi capelloni del grunge ancora in circolazione.
Perry Farrell stavolta non è venuto a salvare nessuno. Pensateci voi a mettervi in salvo, se ci tenete.
Franco “Lys” Dimauro