Li credevo estinti col paleolitico.
E invece mi ritrovo tra le mani il nuovo lavoro dei No Strange. Strano, anzichè No.
Chi può dire in che anno solare ci troviamo quando la coda della cometa No Strange ci passa vicino? Chi può dire cosa troveremo al di là dei vetri delle nostre finestre?
Un parco giurassico abitato da rettili titanici? Le abbaglianti mura bianche del Taj Mahal? Una cosmonave aliena? Il Balyogi Baba in equilibrio su una sola gamba? Un tappeto volante cavalcato da un gigantesco narghilè?
La musica dei No Strange viaggia sospesa sul tempo.
Mistica, psichedelica e solitaria. Oggi come tre decenni fa.
Gettando ponti col loro stesso passato e con la storia che li ha preceduti (il rock crauto, il progressive, il folk, la psichedelia, i Kaleidoscope, i Grail, Le Orme, Ravi Shankar, Battiato) Cristalli sognanti si riannoda abilmente alla loro discografia, tra le visioni orientali di Il sudore dei pianeti/Respirare il mare e la furia prog di Echidna lasciandosi ammirare come un vero cristallo (sognante).
Franco “Lys” Dimauro