Una volta i Charlatans erano la miglior band di brit-pop, in grado di scrivere una cosa come Can‘t Get Out of Bed e di sbatterti davvero giù dal letto, malgrado il titolo.
E tirartici fuori saltando, come fosse il giorno più bello della tua vita.
Mica sbattendo il muso sullo stipite della porta.
Poi gli anni sono passati per tutti, loro e me compresi.
E la voglia di tirar fuori la gente dal letto è venuta meno. E i colpi sugli stipiti, per quanto mi riguarda, sono più frequenti delle botte a mia moglie.
Però mi piace vedere che credono ancora in quello che fanno e che la Cooking Vinyl non ha tarpato le ali a cotanta abnegazione pubblicando in edizione doppia il loro nuovo disco e pubblicando un promo “fisico” (udite udite, cari amici discografici che mandate i file delle suonerie Nokia al posto dei dischi) che è una perfetta copia del disco ufficiale: doppio cd, copertina di cartone lucida e apribile, libretto interno. Insomma, a parte il numero di catalogo, una copia perfetta.
Sarà una banalità ma anche da queste cose ti accorgi se una band è diventata del tutto di serie B o se conta ancora qualcosa. Magari solo per se stessa.
I Charlatans non credo faranno nuovi proseliti. Non con questo disco.
Hanno già detto tutto e quel poco che rimane loro da dire lo ribadiscono all’infinito (It’s All Down to Our Intimacy ripetuto fino alle crisi convulsive, Sincerity o Smash the System quasi…NdLYS) o lo fanno dire ad altri come nell’episodio migliore del disco affidato alle parole e all’ugola maleducata di Penny Rimbaud dei Crass.
Da questo punto di vista la scelta di uscire con un disco doppio comprendente gli scarti e i provini appare esecrabile. I La’s hanno dovuto aspettare quindici anni per vedere pubblicati gli scarti di un capolavoro, che i Charlatans abbiano almeno il buon gusto di aspettare un paio di mesi. O no?
Franco “Lys” Dimauro