L’ho ritirato fuori dal lettore un paio di volte sicuro che nella calca discografica che fa da scenografia al mio impianto stereo chissà che cazzo c’avevo messo al suo posto. Invece, nessun errore. E io che per anni ho sboccato ascoltando qualche passaggio di Bon Jovi dalle solite radio rock-oriented tricolori devo sucarmi 42 minuti in cui si parla di “lacrime che sanno di Bourbon con ghiaccio” e di altre menate di vita on the road. È il tempo medio di una buona scopata, quindi ovvio che mi girino un po’ le palle, anche perché dei Mainliners, dopo il debutto su Get Hip (anche quello niente di sbalorditivo comunque, NdLYS) si parlava come una delle promesse del garage rock svedese. E invece qui gli unici richiami sono a questo street r ‘n’ r allungato con l’acqua benedetta, altro che bourbon. Mi spiace più per la Crusher, a dire il vero, visto che finora aveva un catalogo di tutto rispetto e che invece si ritrova sul groppone un disco di macchiette che non hanno neppure saputo farsi allungare adeguatamente i capelli e che, presumo, non sanno nemmeno maneggiare bene il make-up per le grandi occasioni.
Franco “Lys” Dimauro