1999. L’autunno, ancora una volta.
This Desert Life è il disco che ci riconcilia con i Counting Crows splendidi intrattenitori del primo album, dopo il fosco Recovering the Satellites. Un disco che vibra dell’America più populista e ordinaria.
Quella di John Fogerty, di Springsteen, di Mellencamp.
Un album che riesce a riconquistare i fans grazie al carisma empatico di Adam Duritz ma che lascia ancora una volta dubbiosi quanti hanno visto nei Counting Crows solo l’ennesima rock band da campeggio. Arrangiamenti e partiture tornano ad essere più essenziali a dispetto della lunghissima lista di ospiti che occupa un’intera pagina del booklet splendidamente illustrato da Dave McKean. Se brani come Hanginaround, Mrs. Potter’s Lullaby o Four Days ben rappresentano l’ovvietà di una scrittura che mostra evidenti debiti verso il più classico suono americano, la ferite esibite su pezzi come Amy Hit the Atmosphere o Colourblind riescono ancora una volta a catturare le anime tormentate che si dibattono nel limbo fino a trascinarle giù dentro il taccuino magico di Mr. Duritz. Uno che per qualche anno è riuscito davvero a diventare come Bob Dylan e che adesso non riesce più a chiudere occhio la notte.
Come me.
Franco “Lys” Dimauro