Ci sono passati Mickey Hampshire, Billy Childish e Liam Watson. Potesse bastare per entrare nei libri di storia, basterebbe. Purtroppo però non basta. Non è sufficiente neppure per entrare nella mia, di storia. I Masonics passano, fanno chiasso e, ahimè, scompaiono. Come degli ambulanti. Il meglio lo gettano via con i volantini che pubblicizzano il loro passaggio, come certi circhi equestri di serie B. Milkshakes, Wildebeests, Pop Rivets, Kaisers, Headcoats, Del Monas, Miss Ludella Black i nomi con cui a vario titoli i tre sono stati coinvolti e che riecheggiano in questo loro settimo disco in studio come negli altri che lo hanno preceduto. Rock ‘n roll basico e legnoso che diverte la prima mezz’ora, distrae per la seconda, te ne dimentichi la terza, nonostante il gruppo inglese non abbia nulla ma proprio nulla da invidiare alle più classiche formazioni del trash beat del Medway.
Franco “Lys” Dimauro