Per il secondo album il suono degli Stewed si fa ancora più compresso pur senza perdere le sue squame stoogesiane ma “corazzandole” in una sorta di tuta proto-stoner che è in realtà una maglia di ferro heavy-blues che solo nell’ultima That Ain’t No Crime il terzetto inglese sceglie di sfilarsi di dosso per mostrare il proprio tatuaggio degli Yardbirds. Dall’iniziale I Want In fino ad Howlin’ & Wantin’ è invece tutto un viaggio dentro mulinelli di lava urticante, un garage punk morlocksiano flagellante e immondo, con rivoli come Said Come On e Freedom Express capaci di trascinarti giù fino ai piedi del principe Beelzebub con immane ferocia animale.
Se avete la pelle delicata e sensibile agli acidi, state lontani da qua.
Franco “Lys” Dimauro
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