Non incisero molto, i Road Runners, nei loro cinque anni di vita. E quel poco che incisero, rimane ancora oggi nel cuore di pochi appassionati.
Siamo nella Svezia a cavallo fra i due secoli e i Road Runners suonano come un gruppo di vecchi beatnik inglesi invasati per l’R ‘n B. Come i Pretty Things, per intenderci. O come, prima di loro da quelle parti, come gli Highspeed V. Della vecchia gloriosa scena neo-sixties svedese non resta nulla e l’unico derby che si può giocare è quello con gli Strollers. Che potete immaginare come uno scontro fra i Crawdaddys e i Miracle Workers, all’incirca.
L’arsenale è quello tipico delle band di maximum R ‘n B bianco, armonica a bocca e maracas comprese e il materiale, nonostante sembri registrato nel 1965, è autoctono, bruciante, ispido, fanatico. Aggiungete voi qualche aggettivo a vostro piacimento ma non toglietevi il piacere di ascoltare ora, per intero e con due inediti strepitosi, tutto quello che i Road Runners ebbero da dire prima di disperdersi fra le fila dei Maharajas, degli Spiders, dei Dead Man e degli Strollers medesimi.
Franco “Lys” Dimauro