BRONSKI BEAT – The Age of Consent (London)

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Una fusione di synth-pop anni Ottanta e di disco music nella sua variante hi-NRG, che era in assoluto quella più amata dalla comunità gay cui i Bronski Beat ammettevano orgogliosamente di appartenere. Questa la formula vincente del terzetto londinese che nel 1984 portò in classifica le rivendicazioni omosessuali sulla scia di successoni come Why? e Smalltown Boy e di quella dichiarazione di amore in chiave disco che era stata I Feel Love di Donna Summer. The Age of Consent, l’album che le conteneva entrambe, non si nutriva però solo di quello, cibandosi anche di quel sofisticato pop che mesceva dal soft-jazz in doppiopetto di Gershwin cercando nella raffinatezza demodé una sorta di riscatto dall’artificiosità elettronica imposta dai tempi e che verrà brevemente battezzata come sophisti-pop, laddove sofisticato è sinonimo di annacquato, come il vino della messa che però toglie i peccati del mondo. Figurarsi quelli della pop-music.

In questa direzione si muovevano decisamente brani come Screaming, Heatwave o No More War, oltre alla reinterpretazione del classico It Ain’t Necessarily So, carezzevoli e morbidi soul anemici che fanno della musica del terzetto un comodo salotto anche per chi non frequenta il divano del salone per imbottirsi dei video del momento senza tuttavia offrire molto più che musica da compagnia.

                                                                               Franco “Lys” Dimauro