Sono i primi due album di Mr. Excitement. O, se preferite, del Presley Nero.
In ogni caso, un intrattenitore indiavolato e dal passo assassino (che il giovane Michael Jackson studierà fotogramma per fotogramma per creare molte delle sue celebri coreografie, NdLYS) che spinse Elvis a nascondersi sotto il tavolo durante uno dei suoi concerti. Un interprete dall’estensione infinita ma con dei limiti di scrittura deficitari. Poco male se hai le spalle coperte da gente come Berry e Gwendolyn Gordy o Roquel Davis. Sono loro a mettere in piedi il repertorio del giovane nero di Detroit dalle parentele illustri (Levi Stubbs dei Four Tops e Hubert Johnson dei Contours tra gli invitati al cenone di Natale): It‘s So Fine, Reet Petite, Lonely Teardrops, Etcetera, I‘ll Be Satisfied, I‘m Wanderin’. Tutta roba sospesa tra doo-wop, soul e easy listening a cui il lettore medio di Rumore non oserà avvicinarsi se non per scoprire finalmente cosa cazzo “Jackie Wilson soleva dire” senza sentirselo raccontare da Van Morrison o da Kevin Rowland.
Franco “Lys” Dimauro