Bobby Hecksher decide di metterci la faccia su quello che è il disco più intimo e personale dei suoi Warlocks, dedicato al fratello Robert. Se la copertina lascia presagire un album cantautoriale, va detto che In Between Sad è in realtà un’opera corale dove il dolore personale di Bobby ha modo di venire esorcizzato da un lato spingendo il pedale sull’acceleratore “spaziale” tipico degli Spiritualized, dall’altro infeltrendo in un umorale tappeto che evoca i Cure di Disintegration. Una terza via è quella di una sorta di gelido synth-pop con tanto di evocazioni dei Visage e piccoli pungiglioni elettronici e che è probabilmente lo spicchio (rappresentato da pezzi come Ambien Hotline e Toxic Years) che, per quanto acerbo, è piaciuto di più alla Cleopatra Records che per la quarta volta ha deciso di imprimere il proprio logo su un album della formazione californiana.
L’effetto stordente tipico dei primi dischi dei Warlocks è dunque fortemente stemperato e disinnescato in più punti da un tormento che è più psico-fisico che sonoro ma la forza impattante degli eroi di Los Angeles, adesso disciolta in una temperie interiorizzata, resta ancora affascinante.
Franco “Lys” Dimauro