Perverted by Language si apre avanzando sui cigoli: Eat Y’Self Fitter è una marcia ieratica di quasi sette minuti che avanza come un carro armato, con Mark E. Smith in torretta, a sparare una continua randellata di parole. La ripetitività caratteristica dei Fall assume forme inaudite che verranno confermate lungo tutto l’album che segna il timido ingresso in formazione della neo-moglie di Mark Laura “Brix” Salenger, introducendo anche la novità (affatto ben gestita) della voce femminile protagonista di Hotel Blöedel.
Si tratta, nella maggior parte dei casi, di lunghe dissertazioni, alcune delle quali raggiungono il tempo limite di nove minuti. Enormi cespugli di rovi da cui è impossibile uscire privi di graffi, esenti da qualche prurito, da una prurigine, da una dermatite sia pure di natura allergica. La musica dei Fall, pur nella sua natura intimamente disgregante, ambisce ad una forma statuaria che qui raggiunge il suo apice su Tempo House, con un giro di basso usato come una Flintmobile su cui l’intero gruppo spinge coi piedi fino a schiantarsi da qualche parte, in una strada poco illuminata qualsiasi, nel nord dell’Inghilterra.
Chi verrà a recuperare il corpo dei Fall? Chi scolpirà di suo pugno un distico sotto la loro lapide, per spiegare che le bacche amare erano state alla fine raccolte e che non era stato Apollo a staccarle dai rami?
Franco “Lys” Dimauro