STARFUCKERS – Metallic Diseases (Electric Eye)

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L’epilogo degli anni Ottanta si chiude con una rivalutazione clamorosa degli Stooges e di tutto il Motor-City Sound. Se i Boohoos erano stati in questo, qui da noi, dei precursori della tendenza, a portare a compimento quanto da loro iniziato furono gli Starfuckers di Metallic Diseases, autori di un esordio clamoroso vergato nel piombo e nel veleno della band di Detroit, in un’accezione meno “rock and roll” e più legata alla ripetitività meccanica e torbida che rappresentava una delle caratteristiche peculiari degli Stooges e al vandalismo operato su quelle basi da band come Sonic Youth e Spacemen 3.

Il suono è “schiacciato” su un tappeto di elettricità sporca e acidissima mentre la voce di Manuel Giannini opera quasi in “sovrimpressione”, indizio di quell’aspetto di separazione degli elementi che la band opererà con sempre maggior rigore negli anni Novanta. Il basso pesantissimo e privo di ogni morbidezza e le chitarre che procedono per graffi più che per riff creano un’atmosfera di annichilente violenza, estremizzata nella conclusiva Flower Lover dall’incursione del sassofono in chiave dissonante, definitivo salto nel vuoto di una sfinente passeggiata nel giardino dei fiori metallici.  

 

                                                                     Franco “Lys” Dimauro