THE SAINTS – Prodigal Son (Mushroom)

Prodigal Son, il disco sontuosamente prodotto da Bailey assieme a Brian McGee (il produttore di fiducia di Cindy Lauper) è ancora un album dignitosissimo che, come il precedente, “poggia” sul pop illuminato dal sole tipico degli Hoodoo Gurus, con un tiro forse addirittura superiore, grazie anche all’uso un po’ spregiudicato dei fiati (cosa peraltro non nuova nell’economia del gruppo).

Dieci canzoni pubblicate quando l’attenzione verso i Saints è ormai definitivamente scemata e che dunque venderanno pochissimo, tanto da dover rivoluzionare la scaletta dell’edizione americana con una cover degli Easybeats che, grazie alla colonna sonora di Young Einstein, aveva avuto miglior fortuna. Le fiammate del punk sono ormai seppellite così in profondità che non emettono neppure i fuochi fatui concessi ai morti e i Saints sono ormai avviati da tempo su quella via di una normalizzazione a tratti quasi springsteeniana (o costelliana, se avete l’allergia alle stelle e alle strisce) che in Fire and Brimstone, nonostante il titolo, raggiunge il minimo livello incendiario, come se la band fosse sottoposta ai vincoli antincendio previsti dalle normative di sicurezza. Ma un brivido, anche se fosse di freddo, quello riescono ancora a darcelo.   

 

                                                                               Franco “Lys” Dimauro

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