BILLIE THE VISION AND THE DANCERS – I Used to Wander These Streets (Tea Kettle)

0

La Tea Kettle tenta il suicidio adottando uno dei nomi più chiacchierati del pop artico ovvero Lars Lindquists e la sua combriccola di svitati e dando un supporto fisico al loro quarto album, come i precedenti interamente scaricabile dal loro sito. Chi pensa che premiare l’intraprendenza sia un’operazione più gratificante che finanziare le stamperie della Verbatim saprà da che parte stare.

Entrambi, gli uni e gli altri, date una chance a Billie the Vision e alle sue canzoni sovrarrangiate. I Used to Wander These Streets è un disco che conquista come fece l’esordio di quegli altri gourmet della canzone popolare che sono gli I‘m from Barcelona. Con l’unica differenza che mentre i ragazzi “di Barcellona” hanno floppato già al secondo disco, per i Dancers l’ispirazione è in crescita.

Ma nei loro dischi c’è l’identica frivolezza melodica, lo stesso gusto per l’orchestrazione ricca ma addomesticata e un innato senso della melodia che cattura come carta moschicida. È come prendere un disco dei Guided by Voices e farlo orchestrare dalla filarmonica svedese. Provate a prendere As You Go Up, We Go Down da Alien Lanes e, dopo un’oretta di forno nelle cucine dei Dancers potreste vederla lievitare in You‘re Not Giving Up on Me. E che dire di Someday Somehow? Se avete orecchio ci sentirete il dolce gongolare degli Aztec Camera, altra gente che suonava il pop come se avesse avuto davanti la partitura de La Traviata riuscendo tuttavia a farla apparire leggera come un’operetta. E ancora Stuttering Duckling, la prima bossa nova dedicata a Copenaghen e non a Rio in cui io ricordi di essermi mai imbattuto. E poi ci sono le vette sublimi di I Miss You e della scattante Lily from the Middleway Street o i gonfiori mariachi di Groovy….

I Used to Wander These Streets è come le fragole che cominciano a fare la loro inquietante apparizione sui banco-frutta dei discount a Febbraio e, mentre guardi la neve fioccare dietro le vetrate dell’Iperstanda, ti pare di sentire in bocca quel dolce gusto dell’estate fuori stagione. Strawberry fields forever.

 

                                                                                              Franco “Lys” Dimauro

cover