DEXYS MIDNIGHT RUNNERS – Don’t Stand Me Down (Mercury)

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Suicidarsi, però vestiti bene. Questa, più o meno, è l’idea che Kevin Rowland ha in mente quando decide di mettersi a scrivere, con la sua bella calligrafia, il terzo disco dei Dexys. Più di metà del gruppo però non ci sta, non ne vuole sapere di fare un disco senza singoli, senza ritornelli, senza strizzate d’occhio e pieno di canzoni che durano dai sei ai dodici minuti, infarcite di chiacchiere e minchiate varie. Billy Adams, Helen O’Hara e Nick Gatfield decidono di suicidarsi con lui. Nick poi ci ripenserà, ma a quel punto erano già cadaveri. Eccellenti ma pur sempre cadaveri.

Don’t Stand Me Down non lo digerisce nessuno, come nei piani di Kevin. E il mondo dei Dexys Midnight Runners va a puttane.

Eppure, quanta bellezza c’è ancora dentro queste canzoni dove la soul music, è il caso di dirlo, va a morire e le torch songs diventano piccoli cappi per strozzare le budella oppure scoppiano come mille palloncini come nel coro di Knowledge of Beauty? Frutterà pochi spiccioli, tutti spesi in cocaina. E in mal di fegato. E cazzotti.

Seduti come dei laureandi alla sessione di laurea, i Dexys prendono la loro pergamena e la strappano davanti alla commissione. Non ci sarà nessuna festa, nel cortile dell’ateneo.

Franco “Lys” Dimauro