SCIENTISTS – The Human Jukebox (Karbon)

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Gli Scientists lasciano l’Inghilterra facendo un frastuono enorme.

Con una formazione ridotta a trio, Kim Salmon, Tony Thewlis e Nick Combe si danno all’efferatezza estrema con The Human Jukebox, disco-capolavoro che esaspera ulteriormente le due anime del gruppo: quella più iconoclasta e disturbante e quella che invece ama raggomitolarsi nel sudario greve del blues.

The Human Jukebox indugia in sette rappresentazioni del diavolo e del raccapriccio, dal passo strascicato di Shine a quel vilipendio ai resti di Eddie Cochran che è la title-track, dai clangori industriali di Hungry Eyes all’aritmia di Place Called Bad a quella cacofonia di stridori metallici e di carrozze ferroviarie che caratterizzano sin dal titolo Distortion, tutto qui dentro sembra lambire la demenza psichiatrica.

Gli Scientists sfasciano il loro laboratorio, come elefanti tra i cristalli.

Poi telefonano a casa per annunciare il loro rientro.

Imminente, come la morte dopo una catastrofe.  

 

                                                                                   Franco “Lys” Dimauro