THE METHOD ACTORS – Little Figures (Armageddon)

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Pochissime band new-wave poterono permettersi il lusso di debuttare con un disco doppio mettendo a dura prova l’investimento fatto sul loro nome. I Method Actors, gruppo super-underground di Athens, furono dunque un’eccezione. Caso ancora più raro trattandosi di un gruppo e di un disco (anzi, due) parecchio lontani da quello che il mercato indigeno “chiede” in quel momento preoccupandosi piuttosto di “stanare” e sdoganare il funk-punk alla Gang of Four, azzeccando anche qualche “ballabile” moderno come Rang-a-Tang (alla “maniera” dei Talking Heads) o Commotion (alla “maniera” dei PiL) e scrivendo almeno due capolavori come 20×1 e Alcohol costruiti su giri di basso così esuberanti che neppure i fIREHOSE o i Dos sarebbero riusciti a replicare.  

La formazione, che poi si allargherà fino a diventare un quintetto, è qui fotografata nella sua forma-base ovvero nel nucleo costitutivo Vic Varney-David Gamble che si divide il lavoro fra area percussiva ed il resto degli strumenti, chitarra e basso fondamentalmente, e alternando o sovrapponendo le linee vocali. Una formula che trova in I’m in the Mood for Love e Bleeding le proprie convenzioni archetipiche e che, al netto della dispersione generata dalla durata complessiva (il disco verrà ristampato anche in formato singolo dalla Press Records ma con una scelta discutibile dei pezzi, NdLYS), dimostra una band capacissima e a tratti geniale.  

 

                                                                               Franco “Lys” Dimauro