Un pene monoculare ed una vulva dai denti di squalo venuti dalla galassia di Andromeda. I Sex Organs prendono a morsi il rock ‘n’ roll agghindati proprio così, come li vedete in copertina.
Dietro quei costumi si celano in realtà Jack Torera dei Jackets e Bone degli Anomalys, con la dichiarata missione di tentare l’ennesima opera di evangelizzazione dei terrestri al rock-spazzatura e al culto di Bo Diddley (qui declinato in dildo).
Le parabole di questo secondo libro sono dodici, tutte cariche di allusioni o di espliciti riferimenti sessuali. Il suono si sposta da un efficace minimalismo (Asshole, Oxytocine, Let’s Fuck Around) a brutali assalti al rumore bianco come Hair in My Mouth, Underpants, Fuck All the Time o le seghe elettriche che tagliano il robusto tronco rock and roll di We’re Fucked.
Ereditando la passione per il suono basico dei primissimi Cramps e dei Gories, i Sex Organs dimostrano di poterne ereditare anche lo status di band di culto.
Franco “Lys” Dimauro