X-RAY SPEX – Germfree Adolescents (EMI)

Cosa avevano gli X-Ray Spex che altri gruppi punk, non solo in Inghilterra, non avevano?

Semplice: Poly Styrene e un sassofono. Anzi, due sassofoni, perché se è vero che a soffiarci dentro per quasi tutto l’album di debutto venne chiamato Rudi Thomson, è vero altrettanto che era stata Lora Logic a “spruzzare” per prima le canzoni della band di Londra, prima di essere allontanata dal gruppo dalla stessa Poly Styrene terrorizzata dal fatto che gli occhi non fossero puntati tutti e sempre su di lei.

Se la “base” sonora era, complessivamente (ma non del tutto, basti pensare alla Germ Free Adolescence che la band porterà a spasso per la tivù inglese e che costringerà il pubblico punk a rivedere la sua posizione non solo sul sax ma addirittura sul synth-pop, addirittura nella sua declinazione più soft, NdLYS) associabile al classico punk-rock, sono proprio la voce stizzita della cantante anglo-somala e la presenza invadente dell’”odiato” sassofono a caratterizzare pezzi come Let’s Submerge, Identity, Art I Ficial, Warrior in Woolworths, I Can’t Do Anything, Genetic Engineering, The Day the World Turned Dayglo (diventati TUTTI degli inni del punk “traverso”).

A loro modo, gli X-Ray Spex attuano una rivoluzione nella rivoluzione, introducendo nuove smorfie a quelle ormai canonizzate del punk, caricandolo di una critica feroce e dadaista al consumismo e all’omologazione e rivendicando la necessaria affermazione del modello identitario su quello della conformità sociale.   

 

                                                                                               Franco “Lys” Dimauro

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