Archetipo perfetto dello street-rock albionico, i Cock Sparrer furono una band pre-punk con un amore sconfinato per il football, il rock e la birra doppio malto.
Non una band, in realtà, come fieramente ammettono ancora oggi, ma una ballotta di ragazzi di periferia diventati musicisti loro malgrado emulando i propri idoli. Che erano in primo luogo bands come Who, Small Faces, Stones da cui il gruppo dell’Essex mutuava l’amore per un “primitivismo” sonoro che avrebbe fatto proprio e infilato nelle maglie del suo suono boogie (a volte anche abbastanza standardizzato, come in Platinum Blonde o Sunday Stripper). Bruciata l’occasione di finire nel giro di McLaren (pare per un giro di birre non pagate da Malcolm in quel di Soho, NdLYS) e ceduti dalla Decca dopo il flop dei loro primi 45, il giro di fanatici dell’Oi! music li avrebbe eletti a modello di integrità e coerenza. La loro Runnin’ Riot è ancora una delle migliori pub-songs di sempre.
Franco “Lys” Dimauro
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